
educhiamo i bambini all’ambizione personale e non alla competizione
01 Gennaio, 2019
01 Gennaio, 2019
Durante la crescita dei bambini, possono insediarsi dei bug comportamentali o valoriali che alterano la percezione di sè e del mondo circostante.
Non si contraggono mangiando senza essersi prima lavati le mani, stando vicino a qualcuno che starnutisce o mangiando la pizza caduta a terra. No, perlopiù sono gli adulti a trasmetterli.
Lo fanno senza volerlo a volte, altre sfruttando i vantaggi iniziali che possono offrire.
Uno di questi bug è quello della competizione.
Innocenti frasi come: “vediamo chi si mette per primo il pigiama!”, oppure: “Chissà chi finirà per primo tutta la verza!”, incentivano un comportamento in cui il fine è sempre in relazione con quello degli altri, spingono l’individuo verso un atteggiamento di comparazione costante con le prestazioni e i risultati del mondo esterno.
Questo bug può generare: ansia, senso di incapacità, ostilità verso gli altri ma soprattutto verso i loro successi e conquiste, costante tensione e paura del giudizio altrui, sensazione di non essere mai abbastanza.
Uno degli strumenti per eccellenza che guidano questo meccanismo, sono i voti scolastici. Costante strumento di comparazione e competizione, sono assolutamente inefficaci nella restituzione di un’immagine completa e sincera di quello che il bambino ha fatto e quindi è. Il bambino che cresce con i voti impara a misurare se stesso con gli altri, a valutare il proprio voto in relazione a quelli altrui, a percepire ingiustizia e lontananza dalla visione che ha di se stesso. Lotta come può per evitare che il bug si annidi, poi lentamente se ne dimentica, non se ne accorge più e quello è il segnale della disfatta.
Nelle scuole, nelle case, nei boschi e nelle piazze, dovremmo, noi adulti, sostenere i bambini verso l’acquisizione di un altro meccanismo, quello dell’ambizione personale, una sorta di sana e costruttiva competizione con se stessi.
L’ambizione spinge innanzitutto l’individuo a scegliersi da solo i propri obiettivi, quindi ad entrare in contatto profondo con i proprio desideri, sogni, talenti e speranze. Questo attiva creatività, energia, volontà ed azione, ed allontana invidia, autocommiserazione e disprezzo.
L’ambizione spinge l’individuo a migliorarsi sempre, per se stesso, non per ricevere lodi, voti, applausi, riconoscimenti, ma per il puro piacere che si sprigiona nel momento in cui si è se stessi e si ottiene ciò che si desiderava.
L’ambizione è un naturale meccanismo evolutivo, lo stesso che spinge i bambini ad alzarsi in piedi e camminare nonostante le centinaia di cadute che si inseriscono tra la nascita del desiderio e il successo finale, è lo stesso che li spinge a parlare, a emettere suoni goffi e buffi fino alla pronuncia di una parola.
E’ lo stesso per tutti i bambini, in tutto il mondo, è lo stesso per tutti, finchè non entra il bug.
Ma essendo sociale, e non evolutivo, acquisito e non naturale, è possibile mettere in campo piccole accortezze per evitare che si insinui strisciando.
Alcuni consigli:
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