madri, non intervenite nella relazione tra i vostri figli e il loro padre

21 Gennaio, 2019

Da quando frequento il mondo dell’educazione e soprattutto l’area familiare, non ho potuto fare a meno di notare una netta superiorità numerica femminile.

Sono le madri che partecipano ai corsi, sono loro che chiamano per un colloquio pedagogico, sono loro che scrivono sui gruppi chiedendo consigli per figli che non dormono-dormono troppo, non leggono, non fanno la cacca e non dicono ciao in almeno 3 lingue prima dei 3 anni.

Gli uomini? Dei grandi assenti, presenti in misura nettamente inferiore, direi che la proporzione può essere 30 a 1.

Riguardo ai motivi posso dire poco, forse che si nascondono dietro al lavoro? Permangono forse retaggi antichi che dei figli se ne occupano le madri? Forse godono di maggior leggerezza da non dover intasare chat o pagare 50 euro per scoprire che il bambino non fa la cacca perchè la mamma c’ha l’ansia cosmica?

Però una cosa chiara ce l’ho: le conseguenze.

Alcune ovvio, mica tutte. Negli anni ho notato a cosa può portare questo sbilanciamento di genere, ci sono delle casistiche che si ripetono frequentemente al punto da dare l’impressione d’esser una regola.

La prima è “la dinamica della maestrina”. La mamma che partecipa ad un corso acquisendo nuove informazioni e consapevolezze, spesso torna a casa carica di energia e voglia di cambiare, spesso lo fa in maniera irruenta, dando spiegazioni approssimative al compagno del perchè bisognerebbe fare diversamente. Questo comportamento genera nell’uomo disprezzo spesso, perchè vede nella compagna la pessima copia della madre o della maestra che gli dicevano cosa doveva fare. A questa sensazione segue un netto rifiuto, a volte accompagnato da derisione e svilimento del percorso seguito dalla moglie. Non che non condivida i contenuti, ma il rischio è un ristagno della situazione che si fossilizza attorno alle modalità di presentazione.

La seconda è quella del “bisogna che intervengo”. Se studiando o partecipando a corsi scopro, ad esempio, che è inutile e educativamente errato mettere un bambino in piedi prima che lo abbia fatto da solo, e se il
compagno non possedendo l’informazione facesse il terribile errore, l’istinto porterebbe la madre ad intervenire per sistemare la situazione. Eventi come questi potrebbero ripetersi frequentemente durante la crescita del bambino, salvandolo sì da possibili attentati pedagogici ma creando le basi di un ben più dannoso problema. Ogni qualvolta intervenite a gamba tesa nella relazione del bambino con il padre, state creando una falla nella loro relazione. Agli occhi del bambino il padre perde credibilità, il padre potrebbe inoltre perdere fiducia in sè e stanco dal ripetersi della situazione potrebbe finire con il ridurre il tempo trascorso con il bambino o delegando tutta una serie di situazioni (cambio, pasto, bagnetto, nanna, ecc…).

Ma quello che in tutto ciò una madre non sa, è che ai fini del riconoscimento dell’autorità c’è bisogno di riconoscere la prima autorità che si incontra nella vita: il padre.

Incontro spesso bambini che fanno fatica a riconoscere l’autorità, ma sarebbe meglio dire l’autorevolezza, degli adulti e che hanno alle spalle una storia familiare che parla di madre molto presente, controllante e padre che scivola sullo sfondo.

Care madri, non sarà tutto perfetto è vero, ma i bambini hanno bisogno dei padri, e già questo avvicinerebbe il bambino ad una perfezione ideale.

Hanno bisogno della loro fisicità, della loro goliardia, della loro leggerezza, della loro profondità, del loro senso dell’umorismo, dei loro errori come dei vostri. Dei loro sguardi, della loro fiducia.

Care mamme, pregate per avere del tempo libero e poi se lo avete lo passate a controllare cosa fanno gli altri (il padre in questo caso) con vostro figlio.

Affidatevi di più ai vostri compagni, affidatevi al loro sapere essere padri, esattamente come voi sapete essere madri. Su questo viaggiate pari, inesperienza pregressa pari per entrambi.

A onor del vero devo dire che da quello che ho visto, se sono i padri a venire ai corsi, la loro capacità di comprensione, di assorbimento e trasformazione del quotidiano è nettamente superiore a quella delle mamme. Sarebbe come dire, non vengono mai, ma se vengono svoltano rapidamente il corso.

Insomma mamme, fatevi un bouquet di cavoli vostri, raccogliete il vostro desiderio di intervenire e fateci degli origami.

E’ vero, fanno delle cose assurde insieme.

Fanno versi animaleschi, misurano le caccole, il padre intavola discorsi di politica di fronte ad un 3enne attonito, mangiano junk food e improvvisano partite di calcio in salotto.

La mamma perfetta è prima di tutto una compagna che sa stare al suo posto e riconoscere che senza un padre quel bambino non lo avrebbe mai conosciuto.

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